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.. Dal Pakistan ..

 

Navigando per il web, ho letto una notizia di quelle che spingono a pensare.

In Pakistan una ragazza, Saira Nusrat Bibi, è stata uccisa su commissione dei genitori. Era stata data in sposa a soli 9 anni, ad un uomo di 45! La ragazza, ormai 17enne, aveva chiesto l’annullamento del matrimonio. La sua battaglia giudiziaria stava andando avanti con successo. Fino al giorno in cui, uscendo proprio dal tribunale di Sahiwal, la povera Saira è stata circondata da un gruppo di uomini, trascinata con forza davanti ai genitori ed uccisa!

Sono matrimoni combinati, una cosa triste che lo diventa ancor di più, quando si pensa che, la "sposa" è soltanto una bambina! Ma in questi paesi è normale, perché dicono, credono, sono convinti che, "una ragazzina di nove anni, ha le stesse capacità sessuali di una di venti e oltre!". Forse per loro, è solo questo il problema!

Ogni paese ha la propria cultura e vede le cose in maniera diversa. Ma nessuno può sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Dove sta l’esagerazione e soprattutto, fino a che punto viene rispettato un essere umano!

Con tutto il riguardo per questi popoli, per le loro Religioni e usanze…mi permetto di dire che, quello che per questa gente è "amore" per noi è "pedofilia"!

Scusate se ho osato tanto, ma io vivo in un paese dove c’è anche la libertà di parola! 

 


 

  


…Quando si invertono i ruoli…

 
 

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“Porta Palazzo” è considerato il mercato più grande d’Europa e il più multietnico di Torino. Frequentato e abitato da gente proveniente da diverse parti del mondo, diventato “circuito” della malavita, a tal punto da essere sorvegliato…ma in maniera inversa. Sono gli abitanti del posto che si guardano dalle Forze dell’Ordine!

Con tanto di appostamenti e informazioni su chi, transita da quelle parti per svolgere il proprio lavoro!!

Sui muri del quartiere infatti, è possibile trovare affissi dei veri e propri “wanted”! Con tanto di foto e descrizione dei Poliziotti. Vengono pubblicate anche le targhe delle macchine da loro usate.

Si possono trovare volantini con frasi del tipo “Be careful with this face” (fate attenzione a questa faccia!), oppure “She is dressed like a common girl” (Si veste come una ragazza normale ma è una vigilessa). Tutti scritti in Italiano, Inglese e Arabo.

I volantini dei “most wanted”  li attaccano anarchici e squatter in questa zona. Appaiono ogni notte, o quasi. E ogni mattino Carabinieri, Poliziotti e Vigili passano e li strappano. Senza quasi farci caso più di tanto.

 I tazebao clandestini urlano “Attenzione alle telecamere. Spiano la vostra vita”. Insistono, facendo leva sulla paura dell’espulsione di chi lavora, ma ancora non è  a posto con i documenti del soggiorno.

 In realtà, però le videocamere controllate dalla Questura, sono lì per sorvegliare il territorio, per “spiare”, se è il caso, chi delinque, chi spaccia, chi rapina i passanti oppure borseggia le vecchiette. Mi viene da dire…appunto!!!

 Il comandante provinciale dell’Arma,  Antonio De Vita ha dichiarato “Non è la prima volta che succede e questo non ci allarma più di tanto. Prenderemo le contromisure del caso, cambiando le targhe delle auto civetta”.

 


 

Mah…non ho parole!

 

 

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L’assenza di amore e di umanità

la crudeltà e la violenza

la stupidità e l’ignoranza

l’odio di un uomo

e due Angeli in più nel cielo!

Ciao

Ciccio & Tore

 


… W i Savoia…ma solo i dolci!! …

 

 

 

FATEVI AVANTI SAVOIA!!

 

Nasce un’associazione contro le pretese dei reali.

 

Obiettivo: ottenere un indennizzo per i danni subiti dagli Italiani. Pronto un referendum e una class action. Manca solo una petizione per rispedirli in esilio.

 

Contro le pretese dei Savoia, è nata un’associazione. Hanno chiesto 260 milioni di danni agli Italiani.

Vittorio Emanuele reclama 170 milioni di euro, il figlio 90 milioni, perché l’Italia, esiliando l’ex famiglia reale, avrebbe violato diversi articoli della Convenzione Europea dei diritti umani (CEDU), nonché la stessa Costituzione Italiana.

Emanuele Filiberto, seduto in aereo si fa sentire da tutti, mentre dice che vuole “metterla in tasca agli italiani”. E così è arrivata la risposta dai cittadini. Una Onlus, l’Aias – Associazione Italiana Anti Savoia, per rispondere alle richieste.

 

L’obiettivo dell’Associazione è ottenere un indennizzo per gli Italiani, per quello che hanno subito dai Savoia.

Ciò prevede, un referendum che porti alla abrogazione della norma che ha consentito il rientro in Italia degli eredi maschi della ex casa reale italiana, e una causa collettiva per conseguire l’indennizzo dei danni arrecati agli Italiani.  

Tra gli obiettivi dell’Aias, è prevista anche una raccolta di adesioni via web.

 

L’idea di fondare una Onlus anti-Savoia è stata "ispirata" da Francesco Petrino, da un viaggio aereo diretto da Roma a Torino durante il quale, ha spiegato "mi sono trovato vicino al giovane Emanuele Filiberto, che parlava concitatamente con il suo "segretario" di tutte le iniziative necessaria a «metterla in tasca» agli italiani, utilizzando anche delle espressioni particolarmente colorite. Quando sono sceso dall’aereo" – ha raccontato, "mi sono chiesto se non siano piuttosto gli Italiani ad avere subito dei danni incalcolabili dai Savoia".

 

Dell’Associazione fanno parte:  

Francesco Petrino (docente di diritto bancario e sovranità monetaria, alla Sapienza di Roma e Presidente del Sindacato aintiusura) – Presidente.

Mauro Rufini – Vicepresidente.

Lorenzo del Boca (Presidente Nazionale dell’ordine dei giornalisti) Presidente del comitato storico – scientifico.

 

Che dire?! Sembra uno scherzo, ma per fortuna non lo è!! Eheheh…non mi sono mai stati simpatici quelli lì! E’ un trio falso…che facce da veleno…specie il figlio!!

 

FATEVI INDIETRO SAVOIA!!

 

 


—- Senza Parole! —-

 

 

 

Ho ricevuto via mail, un documento che, mi ha lccffffta senza fiato! Pensavo fosse una bufala, così ho fatto subito una ricerca su internet, e purtroppo ho avuto conferma che, è una notizia VERA!!

 

Leggetela!!

 


 

  
 

 

 

Di tutti i crimini commessi contro Dio, contro il creato e contro l’umanità, questo è fra i più vergognosi!

 

 

 

 

Le immagini che seguono sono estremamente dure, però riteniamo doveroso mostrarle, perché fatti così gravi non devono passare inosservati. Il mondo deve sapere, la gente deve essere informata di quanto accade in Cina, di come possa disumanamente divenire normalità il disprezzo per la vita.

Una bimba appena nata giace morta sotto il bordo del marciapiedi, nella totale

indifferenza di coloro che passano.

La piccina è solo un’altra vittima della politica crudele del governo cinese che pone il limite massimo di un solo figlio nelle città (due nelle zone rurali), con aborto obbligatorio.

 

 

 

 

Nel corso della giornata, la gente passa ignorando il bebè. Automobili e biciclette passano schizzando fango sul cadaverino.

 

 

 

 

Di quelli che passano, solo pochi prestano attenzione. La neonata fa parte delle oltre 1000 bambine abbandonate appena nate ogni anno, in conseguenza della politica del governo cinese. L’unica persona che ha cercato di aiutare questa bambina ha dichiarato:

 

"Credo che stesse già per morire, tuttavia era ancora calda e perdeva sangue dalle narici". Questa signora ha chiamato l’Emergenza però non è arrivato nessuno. "Il bebè stava vicino agli uffici fiscali del governo e molte persone passavano ma nessuno faceva nulla… Ho scattato queste foto perché era una cosa terribile…" "I poliziotti, quando sono arrivati, sembravano preoccuparsi più per le mie foto che non per la piccina…"

 

In Cina, molti ritengono che le bambine siano spazzatura. Il governo della Cina, il paese più popoloso del mondo con 1,3 miliardi di persone, ha imposto la sua politica di restrizione della natalità nel 1979.

I metodi usati però causano orrore e sofferenza: i cittadini, per il terrore di essere scoperti dal governo, uccidono o abbandonano i propri neonati. Ufficialmente, il governo condanna l’uso della forza e della crudeltà per controllare le nascite; però, nella pratica quotidiana, gli incaricati del controllo subiscono tali pressioni allo scopo di limitare la natalità, che formano dei veri e propri "squadroni dell’aborto". Questi squadroni catturano le donne "illegalmente incinte" e le tengono in carcere finché non si rassegnano a

sottoporsi all’aborto. In caso contrario, i figli "nati illegalmente" non hanno diritto alle cure mediche, all’istruzione, né ad alcuna altra assistenza sociale. Molti padri vendono i propri "figli illegali" ad altre coppie, per evitare il castigo del governo cinese.

Essendo di gran lunga preferito il figlio maschio, le bambine rappresentano le principali vittime della limitazione delle nascite. Normalmente le ragazze continuano a vivere con la famiglia dopo del matrimonio e ciò le rende un vero e proprio peso.

Nelle regioni rurali si permette un secondo figlio, ma se anche il secondo è una femmina, la cosa rappresenta un disastro per la famiglia. Secondo i dati delle statistiche ufficiali, il 97,5% degli aborti è rappresentato da feti femminili.

Il risultato è un forte squilibrio di proporzioni fra popolazione maschile e femminile. Milioni di uomini non possono sposarsi, da ciò consegue il traffico di donne.

L’aborto selezionato per sesso sarebbe proibito dalla legge, però è prassi comune corrompere gli addetti per ottenere un’ecografia dalla quale conoscere il sesso del nascituro.

Le bambine che sopravvivono finiscono in precari orfanotrofi. Il governo cinese insiste con la sua politica di limitare le nascite e ignora il problema della discriminazione contro le bambine.

 

Alla fine, un uomo raccolse il corpo della bambina, lo mise in una scatola e lo gettò nel bidone della spazzatura.

 

 

 

 
 


— Sempre Violenza —

 


 

Voglio dire la mia…

 

Ho letto vari articoli su internet, riguardo ciò che è successo ieri! Il fratello del povero ragazzo morto, ha dichiarato che, Gabriele è stato ucciso non per errore! Che è un omicidio colposo!

Ora, si capisce che, questi sono momenti terribili e non è facile mantenere la calma e la lucidità. Che la rabbia e il dolore, spingono a dire qualsiasi cosa, anche senza rendersene conto, ma io non credo che, un poliziotto possa essere così stupido da fare un gesto del genere volontario. Chi fa un certo lavoro, sa benissimo che, basta poco per rovinare la propria vita o quella degli altri!

 

Il Corriere della Sera, parla del poliziotto, un ragazzo di 31 anni, che da ieri non si da pace e continua a piangere e a ripetere "Lo so, sono rovinato, ho distrutto due famiglie: quella del ragazzo e la mia". Si parla di un fatale errore.

 

Nessuno ha la capacità di percepire quando si sta per commettere un errore. Se fossimo dotati di questa “forza” tante cose sarebbero state evitate.

 

Hanno paragonato il suo “omicidio” a quello dell’Ispettore Raciti. Ma l’unica cosa che hanno in comune…è il contesto dove sono avvenute le disgrazie.

L’Ispettore Raciti è stato ucciso dalla violenza, dalla stupidità di un ragazzo senza ideali, senza cuore e sicuramente privo di una buona educazione. E’ stato ucciso per odio, quell’odio nato senza un vero motivo, che un tifoso ha verso le Forze dell’Ordine. E Gabriele credo che, non sia morto per questo.

 

A volte il destino ci fa trovare in posti sbagliati e in momenti sbagliati.

 

E con le rappresaglie che sono andate avanti per tutta la notte, abbiamo avuto conferma che, la violenza genera violenza e che l’ignoranza prevale su tutto!

I tifosi e chiunque altro, avevano tutto il diritto e la libertà di manifestare! Ma si può scendere in strada anche senza far danni, senza aggressioni, senza assalti e senza distruggere nulla!

Cosa si è manifestato così?? Cosa c’hanno guadagnato da questa notte “brava” Si sentono adesso più realizzati? Più forti? Credono di aver sistemato le cose?

 

Adesso, com’è già successo con l’Ispettore Raciti, si discuterà a lungo, si sentirà parlare di prevenzione…di divieti…misure di sicurezza…bla bla bla…bla bla bla…e alla fine, tutto rimarrà com’è fino alla prossima vittima!

 

Sono vicina alla Famiglia Sandri, perché comunque vadano le cose, nessuno mai gli restituirà il loro Gabriele.

Ma sono vicina anche a Luigi Spaccatorella, alla moglie e ai due piccoli bimbi.

 

 

DEVONO ESSERE VIETATE TUTTE LE TRASFERTE, fino a quando chi frequenta gli stadi, capisce il vero significato della parola TIFOSO!

                                                                            
                                                                        ♡ Ciao Gabriele


!!!

 

È stato condannato a 10 mesi di reclusione, un catanese di 27 anni che, il 15 Aprile al termine della partita Parma – Catania, minacciò di morte un dirigente della Squadra Mobile di Parma.

 

L’ultrà Lorenzo Marchese disse a Nicola Vitale, facendo gesto di una pistola puntata alla testa “ti faccio fare la fine di quello di Catania”, riferendosi all’Ispettore Filippo Raciti.

 

Che dire?!…non sono pochi 10 mesi??


“”” Aswad “””

 

Aswad è una ragazza di 17 anni, appartenente all’etnia curda, ed è stata uccisa,  al Nord dell’Iraq con la lapidazione, dai parenti!

Unica colpa? Essersi innamorata di un ragazzo musulmano.

E’ stato diffuso su internet, in modo vergognoso e disumano, il filmato di questo momento!

La ragazza, viene ripresa in fin di vita, mentre è attorniata da uomini che, la prendono a calci, pugni e le massacrano il volto con delle grosse pietre.

Tra la folla erano presenti anche gli agenti armati e in divisa della polizia irachena, che hanno permesso che tutto ciò accadesse, assistendo e senza fermare chi faceva le riprese!

Unico riguardo riservato per Aswad, lasciata a terra agonizzante, è stato quello di non lasciarle in mutandine e con le gambe scoperte, solo perché, in base alla loro religione, è vergogna!

 

Aswed era una ragazza di soli 17 anni!!

 

Ma la religione può portare a così tanta esaltazione?! Perché l’uomo deve decidere il destino di un altro essere umano? Siamo tutti uguali e nessuno può dirci chi amare…in quale dio credere…cosa è giusto e cosa è sbagliato!!

 

Ci sono paesi dove ancora oggi, non è consentito esprimere il proprio parere, decidere che vita si vuole vivere, donne a cui non è permesso fare niente, uscire, parlare, studiare, frequentare posti di preghiera, decidere chi amare e peggio ancora, tradire! Questa non è vita! 

 

 


—> Leggete <—

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Stasera nella mia posta, ho trovato una mail con oggetto,

“aiutami, per favore a divulgare questa mail….”

ed io la pubblico qui!

 

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Dal blog "Specchio della vita" una donna cerca la sorella e il fratello

di Daniele Passanante
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La casa di Carla è fuori dalla città, nella periferia Sud-Est di Milano, ma Carla Servidio ha un’altra casa su internet. Un blog accogliente che è diventata una piccola comunità di persone che cercano altre persone e in questa ricerca si ritrovano simili. Carla su internet cerca una sorella e un fratello, perduti da sempre, nati dalla stessa madre e da padri diversi, affidati dopo la nascita ai servizi sociali. Carla cerca forse anche se stessa, la parte mancante di sé, come rivela il nome del suo blog "Specchio della vita".

Un blog che vede la luce a ottobre 2005, per superare una forte depressione, spiega lei, con l’obiettivo di rintracciare una sorella e un fratello, nati alla clinica Melloni di Milano una il 1 ottobre 1967 e l’altro il 2 aprile 1972. In realtà la sorella di Carla nacque in casa. Lei se lo ricorda benissimo, ha 13 anni e la mattina del 1 ottobre 1967 durante la colazione insieme ai fratelli e alla zia, si accorge che dalla fessura sotto la porta del bagno esce del vapore. Dentro al bagno c’è la madre che sta partorendo da sola una bambina. La zia chiama l’ambulanza e madre e figlia vengono condotte in ospedale. La neonata non sarà riconosciuta e sarà affidata ai servizi sociali.

Il caso è finito anche in tv a "Chi l’ha visto", una storia autentica, intricata, con colpi di scena e domande che rimangono aperte. E infatti inizialmente Carla pensa di avere ritrovato sua sorella in Monica, una donna che la contatta il 4 ottobre 2006: «Monica – racconta Carla commossa – stava cercando su internet uno specchio da mettere in casa, e ha trovato il mio blog che si chiama "Specchio della vita". Lei legge la storia, mi scrive un commento e mi dice che ha bisogno di parlare urgentemente con me».

Nasce in Carla e Monica fin da subito la certezza di essersi ritrovate. E questa certezza viene alimentata per qualche mese. Le due donne confrontano il proprio passato, guardano le foto, trovano somiglianze fisiche e caratteriali. «Le ho mandato subito il mio numero di telefono – ricorda Carla – e ci siamo sentite. Mi dice che la sua data di nascita è l’8 di ottobre 1967, ma poteva essere anticipata di qualche giorno per via dell’adozione. È stata un’emozione fortissima incontrarla. Ho incontrato molti blogger, ho partecipato a diversi raduni. Vedere lei però è come se qualcosa dentro di me fosse scattato. Io cercavo nei volti delle persone qualcuno che potesse rassomigliarmi. E questo succedeva anche a lei».

E invece Monica non è la sorella di Carla, nonostante le forti affinità tra loro, tra i loro figli, nonostante le coincidenze e i gusti simili, nei raffronti delle foto di una vita: «Guarda, questa è un’immagine di Monica di quando aveva vent’anni, questa è una foto mia, ci somigliamo, vero?». Sì, si somigliano molto, ma non sono sorelle e la ricerca di Carla deve ricominciare da zero. Lo decreta senza ombra di dubbio un esame del Dna effettuato dal professor Massimo Zeviani dell’istituto Besta di Milano: «Il professore Zeviani dice che Monica potrebbe essere un meraviglioso clone. E sarebbe una beffa, perché io non cercavo un clone, cerco una sorella».

La sorella, Carla non l’ha ancora trovata e continua a cercarla grazie al suo blog dal quale chiede ai navigatori un aiuto: «Il blog – confessa Carla – è diventato per me un legame». Al punto che ora ha aperto un nuovo blog che si chiama Radici0, uno spazio dedicato a chi ha una storia da raccontare, una persona o un passato da cercare. «Ho scritto solo una minima parte di quello che ho dentro – dice Carla -. Questo dolore che avevo ora un po’ sta scemando. Nel blog ci sono delle sezioni legate agli anni della mia vita. Sono sensibile a molti argomenti, come quello della violenza sulle donne». Internet le ha così aperto una via per raccontare le proprie emozioni: «Molte persone – spiega l’autrice del blog – pensano che scrivere sul pc sia frutto delle frustrazioni. Nel mio caso è un passatempo che mi rilassa, mi dà modo di conoscere opinioni e pensieri. Nella vita reale a volte non c’è questa possibilità. Meglio un pc. Un blog è personale». Ma perché "Specchio della vita"? «Perché rifletteva me allo specchio. Quello che vedo al di là è la mia coscienza»

 

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Puoi rispondere all’utente vita1954c contattandolo tramite il servizio messaggeria o posta elettronica che troverai sul suo profilo personale.

 

 

Buona Fortuna! Che tu possa realizzare il tuo sogno


! ! ! ! ! ! ! ! ! !

 

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  Sono rimasta sconvolta da ciò che è successo ieri, durante la partita Catania – Palermo.

Come si può trasformare una serata di “spettacolo” in tragedia?!!

C’è molta inciviltà in giro e nessuno ha più rispetto per il prossimo.

Mi rivolgo a tutti quei TEPPISTI che vanno allo stadio sotto il nome di TIFOSI….tutti quelli che ieri erano lì

a fare una guerra premeditata!

Come vi siete svegliati stamattina?

Avete aperto gli occhi ed è iniziata una nuova giornata, come se non fosse successo nulla…siete andati al lavoro…a scuola…

avete rivolto un pensiero a quel povero ragazzo che avete UCCISO???

Avete pensato a lui…alla sua famiglia…ai suoi figli!! Ci avete pensato??

  Non si può morire per una stupida partita!!!

E’ stato ucciso un essere umano, un POLIZIOTTO che era lì per svolgere il suo lavoro. Cercava solo di evitare che qualcuno si facesse male…e ha perso la vita a posto loro!!!

  Durante le partite di calcio, le Forze dell’ordine sono sempre presenti,

ci sono per garantire l’ordine, per far fronte ai disordini…

ed è grave e VERGOGNOSO arrivare ad una guerra del genere,

è VERGOGNOSO sentire dentro gli stadi, i cori contro la polizia.

  E a Livorno e a Piacenza, qualcuno ORGOGLIOSO ha scritto su un muro ,

 frasi contro l’agente ucciso.

 Frasi come "morte allo sbirro" – “Un altro Filippo Raciti, Ultras liberi” – “2/2/2007 vendetta per Carlo Giuliani", il giovane morto a Genova durante il G8.

  Bravi!!! Andate avanti così!

Non siete esseri umani, ma MERDA!!

Date sfogo ai vostri guai e fallimenti, prendendovela con la gente onesta.

Si, perché una persona che arriva a tanto, non è altro che un fallito e un rifiuto della società!

  E se poi, durante uno scontro del genere, un poliziotto o un carabiniere,

 uccide un TEPPISTA,  viene anche ritenuto un ASSASSINO!!

Come ricorderemo questa partita? Per la sconfitta del Catania? Per la vittoria del Palermo?

O per la morte di FILIPPO RACITI!!

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Ciao Filippo…